Mulazzo

Nel territorio di Mulazzo – nelle località di Canossa, Campoli e Groppoli – sono stati ritrovati numerosi esemplari di quelle sculture antropomorfe, realizzate a partire dall’età del rame, meglio conosciute come statue stele della Lunigiana.

Feudo imperiale appartenuto alla famiglia Malaspina dal 1164 con il titolo di marchesato, a partire dal XIII secolo i diversi abitati furono fortificati dai vassalli a seguito della scelta definitiva di lasciare il piacentino per la Lunigiana.

Malaspina dello Spino Secco

Il ramo ghibellino del casato malaspininano, detto “dello Spino Secco”, ospitò Dante Alighieri esule da Firenze. Poiché Mulazzo di tale marca era capitale,la presenza di Dante nel borgo è storicamente richiesta al di là di qualsiasi prova documentale. L’arrivo di Dante a Mulazzo, precisamente riferibile alla profezia astronomica posta a chiusura del canto VIII del Purgatorio, avvenne entro il 12 aprile del 1306 secondo il termine ad quem stabilito nel 1965 da Livio Galanti. Importante considerare che, essendo la presenza del poeta in Lunigiana attestata dagli Atti della Pace di Castelnuovo, siglata il 6 ottobre del 1306, il settimo tramonto della costellazione dell’Ariete su quella del Toro, cui si fa cenno nella citata profezia malspiniana, fissa la datazione del Viaggio della Divina Commedia, al di là di ogni dubbio, all’anno 1300 (Centro Lunigianese di Studi Danteschi).

Il piccolo stato, autonomo dal 1550 e sovrano fino al 1797, fu governato congiuntamente da due linee familiari Malaspina fino al 1776, ad anni alterni dai Malaspina del Castello e Malaspina del Palazzo.
Nel 1559 Mulazzo contava 325 famiglie residenti.

Nel corso del XVIII secolo subì variazioni territoriali con l’acquisto nel 1710 del marchesato di Calice, Madrignano e Veppo, tolto dall’imperatore al principe Giovanni Andrea Doria del Carretto, nonostante le contestazioni genovesi, e dato alla seconda linea dei marchesi di Mulazzo, e di parte del marchesato di Castevoli nel 1744 dopo l’estinzione di quella linea malaspiniana e dal 1746 del marchesato di Castagnetoli.
Nel 1772 il marchesato di Calice e Madrignano venne ceduto per debiti alla Toscana, di cui i Malaspina sono fedeli alleati.

Mulazzo rimase sovrano fino all’abolizione napoleonica dei feudi imperiali in Italia nel luglio 1797. In epoca successiva i vari borghi del comune entrarono in possesso di altre famiglie e del Granducato di Toscana e furono unificati solamente nel XIX secolo: tra questi si ricorda il marchesato di Groppoli.

Mulazzo fu, insieme al comune di Pagani, la prima amministrazione comunale ad avere, dal 1952 al 1960, un sindaco esponente del Movimento Sociale Italiano[7] nella persona di Guglielmo Mariotti, detto Ginetto, reduce della seconda guerra mondiale e della battaglia di El Alamein e componente del gruppo degli ideatori del Premio Bancarella.

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